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PROBABILISMO


L’ αϑpm è indeterministico, per cui il caso (sconnessione e intrico delle cause → mutazione) porta il nuovo, mentre la necessità (linearità e consequenzialità della cause → conservazione) mantiene il vecchio. A cavallo tra il caso e la necessità, la realtà evolve in maniera “probabilistica”.

Il PROBABILISMO del DIVENIRE

Il termine filosofico divenire non è altro che il corrispettivo di quello scientifico di evoluzione. Tutto ciò che esiste (sistemi fisici, chimici, biologici) evolve, quindi <<diviene>>; ma pare arrestarsi allorché un sintema va “in equilibrio”. Orbene, i metafisici hanno sempre creduto e fatto credere che l’equilibrio manifestasse una immutabilità e quindi un’eternità. Essi non hanno mai capito che ciò che appare “fisso” è soltanto “in equilibrio” e che questo è sempre “dinamico”, ma per essi il <<dinamico-mutevole>> non-esiste, mentre un fantasmatico <<eterno immutabile>> esisterebbe come causa-prima e fine-ultimo della realtà cosmica.

Tamagnone ha scritto nel 2009:

Un colossale equivoco sta nell’opinione corrente che vede l’indeterminismo come opponibile al determinismo in quanto veda il caso dominare il divenire: “il che non è affatto!” Se così fosse sarebbe un nichilismo del tutto incoerente con la realtà fenomenica. Che reta perlopiù “in equilibrio” mentre il caso rompe l’equilibrio e genera genere uno “squilibrio” che va a risolversi in un “nuovo equilibrio”.

Dal nulla al divenire della pluralità 2009, p.403.


Questa precisazione del filosofo è molto importante, poiché esiste una vulgata popolare (ma talvolta anche professorale!) che commette due errori esiziali, il primo sta nel vedere nel caso una ”assenza di cause”, il che non è per definizione, poiché il caso non annulla affatto le cause (e come mai potrebbe?) ma, semplicemente, le sconnette e le intrica sospendendo la necessità, che è linearità-consequenzialità causale. Il secondo errore esiziale sta nel pensare che se si riconoscesse il caso implicitamente si teorizzerebbe il caos cosmico, ovvero l’inesistenza di leggi fisiche che lo governino.

Seguiamo ancora Tamagnone:

Nell’indeterminismo la necessità viene posta accanto al caso e con questo coniugata. Il divenire si presenta infatti come perlopiù deterministico e la casualità costituisce l’eccezione che produce il “nuovo”. In altre parole, mentre il determinismo esclude l’indeterminismo questo include quello e sotto molti punti di vista lo completa sottraendolo alla sua inconsistenza teorica.

Ibidem.


Il probabilismo della realtà fisica (il probabilismo ontico) diventa quindi l’asse portante dell’ontologia evoluzionistica tamagnoniana, per cui il divenire, ovvero l’evolvere in una o un’altra direzione dei sistemi in equilibrio, è soltanto una questione probabilistica e mai deterministica. Leggiajo ancora.

Posti la necessità e il caso agli estremi di una scala delle probabilità, il divenire cavalca la freccia del tempo verso un “più probabile” e un “meno probabile” in base a linearità o intrichi di cause, dunque le definizioni della necessità come “linearità-consequenzialità di cause” e del caso come “sconnessione-intrico” restano valide. Il probabilismo ontico include l’una e l’altro in rapporto a un certo sistema e alle variabili in gioco. La probabilità che un accadimento fisico si realizzi oppure no, che il divenire vada verso l’ordine o il disordine, che una mutazione si evolva in successo o in aborto, dipende solo dal gioco delle probabilità. Il probabilismo non va perciò considerato come un espediente relativistico per etichettare ciò che si sottrae al determinismo, esso spiega il divenire reale, non quello inventato dai metafisici come Eraclito.

Sull’argomento si vedano le pagine web apribili dal pulsante Ontologia .